giovedì 12 luglio 2012

Convenzioni

C'è chi resiste e fa bene, c'è chi come me si è già convenzionato.
Comunque il convenzionamento sta dilagando. C'è da chiedersi come mai le compagnie cerchino di spingere il convenzionamento diretto, sarebbe molto più corretto nei nostri confronti ed etico nei confronti degli assistiti un convenzionamento indiretto, il Paziente sceglie autonomamente il curante, presenta la documentazione ed ha il rimborso.
Forse una risposta c'è, ed inizia ad essere evidente in questi giorni, in questi giorni infatti, iniziano ad essere recapitate delle lettere nelle quali Unisalute, con decisione unilaterale abbassa i tariffari del 20%.
Casualmente Unisalute è del gruppo Unicredit, una banca, come una banca è il gruppo Santander che sostiene Vitaldent e come succede per gli spagnoli si vocifera che anche Unicredit stia aprendo centri dentali diretti.
Non possiamo nasconderci che tutto sta succedendo in un momento estremamente favorevole per loro, in una situazione di pletora odontoiatrica, trovare manodopera qualificata a prezzi stracciati è facile, Vitaldent e i franchising nascenti sono anche in condizione di poter scegliere i migliori giovani.
La prima considerazione che mi viene in mente è: cosa impedirà alle altre convenzioni di fare la stessa cosa? Quando più del 50% del lavoro di uno studio deriverà da convenzioni come potrà lo studio sottrarsi a questi ricatti?
Apparentemente nel triangolo Dentista - Assicurazione - Paziente quello che ci rimette è il solo dentista con l'assicurazione paladina del giusto ed il Paziente con tutti i benefici. In realtà il vincitore è l'assicurazione sicuramente, ma i perdenti sono due, il Dentista, che vede gli utili sparire e rischia seriamente di fallire e il paziente che perde ogni possibilità di un lavoro di qualità visto che il dentista dovrà risparmiare su materiale personale e tempo per vivere.
Come possiamo informare la popolazione?

Germano

4 commenti:

  1. A riguardo c'è da osservare che proprio questi "Tirannosaurodental" beneficiano indirettamente nelle iniezioni di denaro che la BCE sta facendo per salvare le banche, essendo di proprietà proprio di gruppi bancari da te citati. In più, la loro disponibilità di denaro per le campagne pubblicitarie è impari per gli studi professionali; pubblicità martellante che porta alla percezione che la loro qualità delle prestazioni sia, a priori, superiore. Non ritenete che ciò configuri una forma di concorrenza sleale? Forse su questo occorre informare i pazienti, che se strilli di più (con la mega campagna pubblicitaria) non è detto che tu sia il migliore. Infine, sono convinto che troppi giganti si cannibalizzino, e come l'evoluzione biologica insegna, alla fine, piccolo e agile sopravvive.
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  2. Unisalute non è di unicredit ma di unipol

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    1. Grazie Alessando, allora ci sta fregando una assicurazione e non una banca........

      Germano

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